Appare evidente che la distanza tra il pensiero occidentale e quello orientale non è una frontiera, bensì una soglia: un luogo di traduzione imperfetta, dove il linguaggio della scienza e quello dell’esperienza tentano, con alterne fortune, di comprendersi.

L’errore più frequente, da entrambe le sponde, è credere che vi sia un vincitore possibile. L’Occidente, nel suo bisogno di verificare, tende a misurare tutto ciò che non comprende; l’Oriente, nel suo rispetto per l’invisibile, rischia talvolta di sottrarre al giudizio ciò che invece meriterebbe un’osservazione più precisa.

Lo Shiatsu si colloca, suo malgrado, nel punto d’incontro tra queste due tensioni: la ricerca della precisione e la percezione dell’invisibile.

Da un lato, il paradigma scientifico invita a chiedere: che cosa accade nel corpo? e pretende risposta attraverso dati, indicatori, parametri.

Dall’altro, la tradizione energetica replica: che cosa accade nella persona? e attende risposta nel silenzio dell’ascolto.

Due domande legittime, che tuttavia operano su piani diversi: una cerca la causalità, l’altra la relazione.

Eppure, nella pratica dello Shiatsu, queste due prospettive non si escludono: la pressione sul meridiano è insieme atto fisiologico e simbolico; stimola una risposta neuromuscolare e, nello stesso tempo, una risonanza percettiva. Il corpo reagisce, ma anche si racconta.

Forse il vero compito di chi oggi riflette sullo Shiatsu non è difenderlo da un’accusa o glorificarlo come alternativa, bensì riconoscerlo come uno strumento di mediazione epistemologica: un modo per far dialogare il linguaggio quantitativo della biologia con quello qualitativo della coscienza.

Non si tratta di conciliare l’inconciliabile, ma di ammettere che la conoscenza, come l’energia che lo Shiatsu evoca, scorre meglio quando incontra meno ostacoli di principio.

In fondo, la dialettica tra Oriente e Occidente potrebbe essere vista come una respirazione: l’inspirazione della misura e l’espirazione del significato.

Nell’intervallo tra le due, lo Shiatsu trova la sua forma più pura: quella di una pratica che non sceglie un campo, ma li attraversa entrambi, con la naturalezza di chi sa che, per comprendere la vita, occorrono insieme il rigore dell’occhio e la delicatezza della mano.

Di Centro Tao Network

TAO, Tecniche ed Arti Orientali. Scuola di Shiatsu Tao, network dei professionisti delle discipline olistiche, corsi, trattamenti, conferenze. 3474846390 - info.centrotao@gmail.com

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