Il ritmo esistenziale attuale, spesso ci costringe a una vita al di sopra delle nostre capacità di sopportazione.

Tortuosi spostamenti effettuati con vari mezzi da casa al luogo di lavoro, pasti consumati in fretta spesso di cattiva qualità; attività lavorative anti-fisiologiche e protratte per lungo periodo (molte ore alla scrivania davanti al computer, oppure a qualche macchina), mancanza di possibilità o incapacità, di rispettare un corretto ritmo di sonno/veglia – attività/riposo, sono fattori che conducono a un progressivo e deleterio allontanamento dal nostro naturale equilibrio, avvicinandoci sempre di più a diventare un uomo-macchina-funzione.

Nasce una condizione di cosiddetto “stress”, concetto sviluppato nel 1935 da Hans Salyes e come spesso capita fu una scoperta accidentale, nel senso che cercava un qualcosa e arrivò a qualcos’altro, mi spiego meglio.

Nell’ambito di alcune ricerche sull’effetto degli ormoni sessuali, Salyes iniettò svariati estratti ormonali in ratti da laboratorio. Non ottenne dati utili per il tema della ricerca ma, ripetendo l’esperimento e modificando le sostanze iniettate, otteneva sempre il medesimo risultato, una serie di alterazioni fisiologiche: ipertrofia della corteccia surrenale, atrofia degli organi linfatici e ulcere sanguinanti del tratto gastrointestinali. La cosiddetta triade dello stress, questi segni comparivano sempre a causa di uno stimolo nocivo protratto per un certo tempo e una certa intensità (l’evento stressore).

Ora la scienza va oltre i concetti sviluppati ormai 80 anni fa, tuttavia continua a essere una buona base per studi più evoluti, i quali stanno rivelando come la risposta agli stimoli nocivi possa coinvolgere il sistema a vari livelli di complessità.

Per allargare il concetto, le risposte biologiche si possono suddividere in 3 fasi:

Allarme: modificazioni biochimiche a livello dell’organismo

Resistenza: si attuano meccanismi di tipo difensivo

Esaurimento: Impossibilità a reagire in modo adeguato con impossibilità di adeguamento delle richieste di adattamento.

In sostanza, l’organismo entra in allerta a causa di una situazione nuova ritenuta perturbante, (esposizione allo “stressore”) mettendo in atto una serie di meccanismi di adattamento.

Se l’esposizione all’agente stressante, permane per un tempo sufficientemente lungo e l’adattamento non avviene, le capacità di difesa vengono meno e si compone un disagio destinato a permanere, con una sequela di disturbi fisici e psichici di notevole rilevanza.

Palpitazioni, calo di rendimento nello studio o nel lavoro, aumentata suscettibilità del sistema immunitario, facilità nel contrarre infezioni, indolenzimento ai muscoli, dolori gastrici, sonno di cattiva qualità, senso di affaticamento, disturbi dell’umore, sono tutti effetti possibili di una quantità di stimoli stressori non più gestibili.

In questa situazione, perdiamo progressivamente sensibilità corporea, accumulando e trattenendo tensioni di varia natura, le quali a loro volta, sottraggono la poca energia vitale rimasta a disposizione, lasciandoci con poca o nulla capacità di rimanere agganciati al flusso vitale.

All’interno di questo quadro a tinte fosche ma, purtroppo in molti casi realistico lo Shiatsu può essere un valido aiuto per ripristinare l’equilibrio perduto. In che modo lo shiatsu ha la capacità di intervenire?

I modelli di riferimento della cultura da cui origina lo Shiatsu (visione estremo orientale) sono affascinanti ma spesso di difficile comprensione per la nostra logica di ragionamento.

Saul Goodman è stato ed è, tra i maggiori divulgatori dello Shiatsu in occidente. Esso ha fornito un’interessantissima interpretazione dell’azione del trattamento Shiatsu a carico del sistema nervoso, collegando la risposta energetica alla fisiologia del rilassamento e creando un possibile ponte tra le raffinate e profonde intuizioni orientali e il rigore scientifico della fisiologia occidentale.

Il punto di partenza della chiave di lettura di Goodman, è il sistema nervoso autonomo o vegetativo, il quale coordina tutte le funzioni che in genere si possono definire involontarie.

Il S.N.A, è a sua volta virtualmente suddiviso in due rami: ortosimpatico e parasimpatico.

L’ortosimpatico è maggiormente coinvolto con la superficie del corpo, la sua specificità consiste nel separare e discriminare le informazioni che ci giungono dall’ambiente esterno. Per intenderci, esso è l’attore principale nella risposta a uno stimolo improvviso e inaspettato, definita reazione di fuga o attacco (figt or fligt response).

Il parasimpatico è maggiormente collegato con i processi che avvengono in profondità del nostro corpo, ad esempio concorre all’innervazione viscerale. A livello di stato di coscienza, la sua prevalenza contribuisce a una percezione unificante dell’esperienza vitale, esso è il sistema maggiormente coinvolto nell’esperienza di un trattamento Shiatsu.

A questo punto entra in azione un elemento fondamentale dello Shiatsu, la pressione. Pressione di tipo bi-manuale, progressiva costante e mantenuta, caratteristica unica di questa tecnica, è in grado di attivare in modo rapido e profondo il parasimpatico, permettendo una cascata di eventi molto utili al recupero dell’equilibrio psicofisico. La pressione, esercitata con i dovuti criteri e la conseguente maggior attivazione del parasimpatico, è la chiave di volta per capire il funzionamento del trattamento e la sua straordinaria efficacia nel ripristinare l’omeostasi del sistema.

Lo Shiatsu, se applicato per un periodo sufficientemente lungo, tende a disinnescare il meccanismo dello stress, apportando una sorta di rieducazione del sistema nervoso autonomo e conducendo a piccoli passi, verso una condizione di “salute” con maggior percezione di stessi e dei propri limiti e possibilità.

Già, la salute ma, di quale salute stiamo parlando? Andiamo a scomodare l’interpretazione che l’O.M.S. nel 1946 ha dato per questa condizione:

“Stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”

La salute è dunque anche una conquista personale e richiede un impegno continuo nel prendersi cura di se stessi e incamminarsi lungo la “via del benessere”.

Massimo Policardi

Operatore Shiatsu

Iscritto Registro Italiano Operatori Shiatsu N.1098

Mobile 340 5788975

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Studio di Ostepatia Dott. Andrea Botteon

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Di Centro Tao Network

TAO, Tecniche ed Arti Orientali. Scuola di Shiatsu Tao, network dei professionisti delle discipline olistiche, corsi, trattamenti, conferenze. 3474846390 - info.centrotao@gmail.com

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